Voraci d’amore: saper contenere i propri impulsi fisici e mentali per educarsi ad un rapporto sano e duraturo

La mancanza che perdura nel tempo di un’emozione si dice che ci possa portare a dimenticare lo stato d’animo ed emotivo richiamato. Eppure quando ci ritroviamo di fronte ad una situazione lontana, la reazione è più simile a quella di un agguato piuttosto che alla dimenticanza.

Parliamo d’amore. Di relazioni.

Spesso sento dire “il prossimo dovrà pagarle tutte, poveraccio!”. Ma chi sta veramente pagando? Chi, veramente, pagherà in futuro?

Quando qualcosa ci manca, ce ne viene fame. La natura funziona così e l’esempio del bambino che ha appetito e divora il cibo ne è l’emblema migliore. Se affamati si mangia. Se affamati da molto tempo si divora. Quasi insaziabile. Quando però il cibo è “amore”, è sentimento, è relazione con l’altro il divorare diventa il modo migliore per far scappare a gambe levate un partner che potrebbe anche essere in una fase di “quasi quasi sto meglio da single”.

Le relazioni diventano in qualche modo una prassi da gestire. Senza togliere romanticismo e affini, bisogna saper gestire il proprio “appetito emotivo” per non incorrere in disturbi da dover affrontare successivamente.

Il divorare potrebbe essere poi anche un modo più sottile per far scappare il partner e confermare l’idea che “nemmeno questo era quello giusto, eppure gli ho dato tutto l’amore di cui sono capace”.

La celebre profezia che si autoavvera è da evitare altrimenti non riusciremo più a ricordare come si sta in relazione con l’altro. Sarà sempre come un film – o peggio come una soap opera – dove nel giro di pochi minuti ci si innamora, si perde la testa, se si è fortunati si ha anche un contatto fisico ma poi brevemente tutto precipita, tutto finisce. E si ricomincia la ricerca da capo.

Quindi le motivazione del bramare qualcuno sono molteplici e non sempre nascondono buone intenzioni. A volte servono a sabotarci, senza esserne consapevoli. In questo caso è bene intervenire per comprendere meglio le proprie azioni e mettersi in testa di dover educare se stessi a gestire rapporti interpersonali di buona qualità.

Si può fare, bisogna essere positivi ed ottimisti, la propria dimensione affettiva si può costruire anche con la buona volontà, oltre che ad un eventuale ed improvviso colpo di fulmine!

 

 

pubblicato su www.psicologionline.net

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.