Ci sono mattine che il sole si infiltra fra le pieghe delle serrande. Ci sono giorni che, freddo o caldo che sia, la luce riscalda comunque. Forse non tanto il corpo quanto la percezione di un tempo presente, che non è così male.
C’è speranza nell’aria, quando c’è il sole. Quando il vento è calmo, quando i colori della natura sono brillanti. Quando non c’è rumore.
Il suone delle campane, che nella Capitale è dirompente, riaccendo lo sguardo sul tavolo dove sono posate le ultime armi. Libri, appunti, dell’acqua, una tazzina vuota dove prima c’era del caffé fumante…
Dicono che oggi sia il giorno dove mettere via tutte le decorazioni di Natale. Siamo nel mezzo di una battaglia epocale, contro un nemico troppo piccolo da intercettare ma così potente che ci ha tolto il sorriso. Ancora si sente chi grida sguaiato il celebre “ce la faremo”, ancora si vedono arcobaleni disegnati, appesi ai balconi.
Ma c’è speranza.
Perché, come Pandora, alla fine riusciremo a chiudere tutti i mali nuovamente nel vaso, perché torneremo facilmente alle nostre abitudini, magari aggiungendone di nuove.
Oggi c’è il sole. Oggi ritroviamo la speranza.