Sono stati chiamati bamboccioni, figli di papà, neet, eppure nessuno si è soffermato sulla questione principale dei giovani – e anche non più giovani – di oggi.
Da un lato chi accusa è colui/colei che dovrebbe realizzare momenti di crescita, dall’altro che questi ragazzi e ragazze si sono dovuti attrezzare da soli. Hanno affrontato il mondo con i pochi strumenti che avevano, cercando il proprio luogo in questo mondo così complesso e difficile.
Se poi si aggiunge che una percentuale della popolazione è narcisistica, un’altra è arrogante, fra chi ha il desiderio di rivalsa e chi sfrutta ogni occasione per “fregare” l’altro… rimangono pochi individui.
Sono, a mio parere, quelli competenti, preparati, attenti, caparbi, onesti, disposti ad investire, ad imparare, ad ascoltare e soprattutto ad essere obiettivi e giusti. Verso se stessi e verso il mondo del lavoro in senso ampio.
Sono quelli che trovano lavoro. Ecco, su questo dovremmo riflettere.