Essere se stessi a tutti i costi

Sono cresciuto con un mantra: “studia, preparati, trovati un lavoro e sii onesto”.

Ed è proprio grazie a questo insegnamenti genitoriale che la mia scala di valori oggi è fortemente orientata alla legalità, all’onestà, alla trasparenza nelle relazioni personali e nei rapporti di lavoro.

Poi la nostra società ha commesso un errore e ha dato, democraticamente, a tutti la possibilità di realizzare i propri desideri: “sii te stesso”. Nei secoli si è dato ascolto al rispetto verso se stessi, alla comprensione della propria natura, al valorizzare se stessi, al confronto fra sé e gli altri ma, l’essere se stessi e basta non è mai stato sufficiente.

Oggi invece noto che a molti bambini viene detto: “sii te stesso, è la cosa più importante”. Eppure spesso questi bambini sono paurosi, capricciosi, svogliati ed avrebbero bisogno di una mano proprio nel cambiare se stessi! Nel migliorarsi, nel comprendere già da piccoli che c’è un modo potente per affrontare la vita che è quello di costruirsi attraverso lo studio, le esperienze, la curiosità di non fermarsi a ciò che abbiamo a portata di mano ma nel voler cercare significati e significanti sempre più distanti da noi.

Poi mi capita di parlare fra coetanei, sia di relazioni amorose in difficoltà che di crisi sui luoghi di lavoro. Sento spesso: “io sono così, sono come sono, se non mi vuoi pazienza”, oppure “io sono me stesso, non puoi pretendere che cambi per una questione di lavoro”…

Così inizia una rincorsa alla piena riconoscenza verso di sé.

Ma se il sé è sbagliato?! Se l’essere se stessi ci procura del male? Del dolore? Della delusione?!

Se il sé ha bisogno di un cambiamento perché dobbiamo per forza essere quello che non è funzionale ad un nostro obiettivo?!

Se il se stesso è da cambiare… bisogna avere il coraggio di cambiare se stessi!

L’essere sincero, l’essere chiaro, limpido, cristallino non basta più se ciò che facciamo vedere non è così attraente.

Un noto regista spagnolo fece dire ad un suo personaggio che l’essere autentici corrispondeva all’idea che si ha di se stessi.

Cioè all’essere più simili possibili all’immagine che si proietta nel mondo. Quindi l’essere sinceri dovrebbe essere non mostrare ciò che si è, per dato di fatto, oltretutto perché potrebbe non essere così bello da vedere, quanto mostrarsi per ciò che si pensa di voler essere.

Fra il volere e il dovere ecco che trovo la soluzione.

Un genitore dirà probabilmente al figlio che “deve” essere se stesso, ovvero assomigliare all’idea che, padre o madre, si sono creati.

Qualcuno, per non voler affrontare il cambiamento, ammetterà che gli altri “devono” accettarlo per quello che è. Senza altre possibili soluzioni.

Un percorso di crescita invece è basato sul “volere”.

Quanti sono pronti realmente a voler essere se stessi? Quanti sono pronti realmente a costruire se stessi?

Quando avremo completato un lavoro di creazione e perfezionamento del sé sarà molto più facile essere.

Diventerà il reale obiettivo generale della nostra vita.

Prima, solo perché dato dalla nascita, non possiamo perseguire questo traguardo.

 

 

pubblicato su www.psicologionline.net

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