Il sistema scolastico italiano è rimasto ancorato ad una visione dell’insegnamento nozionistica e valutativa della performance dello studente più che alle modalità di apprendimento ed alle esperienze positive di accrescimento del sé.
Se da un lato questa è la forza del nostro sistema, riconosciuto anche all’Estero, dall’altra non tiene conto delle differenze peculiari di ogni individuo che possono essere trasformate facilmente in opportunità di successo per ogni ordine e grado di studio.
La rete ci offre moltissimi metodi di studio alternativi, strumenti di vario tipo per organizzare il tempo e lo studio a casa, manca però una visione complessiva e, soprattutto, una consulenza allo studente che si basi su informazioni scientifiche e psicologiche della persona.
Oggi più che mai la nuova frontiera dell’apprendimento si basa sulle possibilità che dobbiamo fornire a chi si trova in stallo durante il percorso formativo:
a. Conoscere il proprio stile di apprendimento
b. Identificare lo stile di insegnamento dei docenti e delle materie di studio
c. Poter conoscere se stessi sotto vari punti di vista, pratici e psicologici
La figura dello psicologo scolastico ancora non è normata a livello nazionale e, in alcuni casi, è possibile effettuare dei progetti specifici in alcuni istituti. Sicuramente la collaborazione fra corpo docente e famiglia è essenziale ma bisogna mettere lo studente all’interno del processo di apprendimento e non lasciarlo come soggetto passivo delle “cure e attenzioni” delle figure professionali poste a questo scopo.
Conoscere quindi come “gira” la nostra mente, quali sono gli aspetti da sviluppare e quelli su cui fare leva per raggiungere i propri obiettivi è indispensabile. Entriamo in una visione innovativa che non sta nel semplice studiare di più ma si trasforma nello studiare differentemente.
Ogni disciplina infatti, ogni docente insieme, può essere affrontata con modalità differenti che sono quelle che caratterizzano psicologicamente ogni individuo. Nelle esperienze personali di ognuno di noi ricordiamo che avevamo una materia preferita, spesso legata ad un docente preferito. Andando avanti negli studi poi, nonostante ognuno fosse “portato” più per una materia o per l’altra, le scelte universitarie si sono trasformate in altro. Addirittura proprio all’università, chi non ha avuto brillanti risultati scolastici, ha potuto riscattare se stesso.
Cosa vuol dire tutto questo? La variabilità di situazioni e di storie ci fa capire che deve esserci uno o più fattori che non prendiamo in considerazione ma che possono essere lavorati per modificare una situazione negativa.
Possiamo identificare sicuramente tre aspetti su cui poter agire:
1. l’organizzazione del tempo
2. la motivazione allo studio
3. l’autoefficacia percepita
Da qui è possibile costruire un percorso di consulenza che dia da un lato informazioni di struttura, dall’altro strumenti agevoli per migliorare la performace. La psicologia può essere anche in questo caso un’alleata utile per affrontare questioni di vita quotidiana che da un lato possono generare disagi ulteriori ma dall’altro possono essere una reale opportunità di crescita personale fin dall’adolescenza.
pubblicato su www.psicologionline.net